La Vulvodinia, una patologia che ha ancora troppo poca risonanza nell’ambito medico ma di cui finalmente si comincia a parlare. Il messaggio che spesso viene trasmesso è che avere la vulvodinia sia una condanna, una malattia dalla quale difficilmente si può uscire. Ciò che voglio sottolineare e rimarcare è che, come in tutte le patologie, le situazioni sono diverse una dall’altra, più o meno gravi, ma anche in questo caso c’è la possibilità di superarle. Magari con le dovute accortezze, ma si può tornare a vivere senza il pensiero fisso e la paura di una ricaduta e con piacere desidero offrirvi questa testimonianza:
” Sono M., 57 anni, la mia storia inizia quando sono entrata in menopausa brutalmente a causa di un intervento di annessiectomia all’ovaio sx a 50 anni. Da lì, in maniera lenta e inesorabile, oltre agli spiacevoli sintomi della menopausa, ho cominciato a soffrire di cistiti ricorrenti e bruciore sempre più invalidante durante i rapporti sessuali. Nei lunghi periodi di assenza di mio marito, per lavoro, credevo di stare meglio ma al suo ritorno, i sintomi si ripresentavano e peggioravano. Quattro anni, tra visite ginecologiche, ecografie che non evidenziavano nulla di irregolare e “cure non mirate”, e nel frattempo avere un rapporto con mio marito era diventato impossibile data la sofferenza fisica e psicologica che si acuiva sempre più. Anche il mio partner si sentiva rifiutato di conseguenza. Ero rassegnata e disperata quando un giorno su internet sono incappata su un sito dove si parlava di cistite e vulvodinia. Leggendo le testimonianze sul forum di varie donne ho letto di una ginecologa, si occupava di curare nello specifico queste patologie e telefonai subito per un appuntamento. Ero di nuovo speranzosa, la visita fu accurata e “diversa”: lo swab test al vestibolo (Mai fatto prima) fu la prova evidente di una vulvodinia con contrattura da difesa in stato avanzato. Era il 7.11.2017. Oltre alla cura immediatamente prescritta, la ginecologa mi consigliò la fisioterapia e il sostegno di uno psicologo, al quale non ho sentito la necessità di rivolgermi.
La cura era lenta nell’efficacia, ciò che ha fatto la differenza è stata la fisioterapia che mi ha permesso di riconoscere e riequilibrare la muscolatura del mio corpo attraverso sedute in ambulatorio ed esercizi che poi ho imparato ad eseguire anche da sola a casa. L’accoglienza e la professionalità unite alla naturalezza e delicatezza dei modi della fisioterapista mi hanno fatta sentire finalmente capita e assistita e così è cominciata la mia guarigione fisica e psichica. Al 06.11.2018 ero, da visita, in netto miglioramento. Ne ero fuori dopo 14 mesi. Allo stato attuale, oggi, aprile 2020 è una fase superata. Ancora continuo a fare ginnastica e massaggi e sono tornata, e torno sempre volentieri da Marzia che, fatemelo dire, mi ha ridato un pezzo importante della mia vita.
Cura giusta, fisioterapia mirata e professionisti in gamba sono le uniche soluzioni alla vulvodinia e alle sue conseguenze. “